La fase finale del processo di selezione: Il colloquio di lavoro

Consigli per un colloquio di successo

Il colloquio di lavoro rappresenta una delle fasi finali del processo di selezione delle risorse, a cui i candidati giungono se il Curriculum, di cui abbiamo parlato qui, ha impressionato gli esaminatori.  Vediamo adesso alcuni consigli utili ad affrontare un colloquio con successo, esaminando sia il punto di vista del candidato che degli esaminatori.

Il punto di vista del candidato

Preparazione pre-colloquio

Considerate che il colloquio di lavoro è, di base, un’intervista nella quale vi viene chiesto di voi. Può tuttavia anche essere immaginato come un’interrogazione durante la quale verrà controllato se effettivamente possedete le competenze scritte nel Curriculum ma anche la vostra conoscenza del lavoro per cui vi siete proposti. È importante dunque studiare un po’ l’azienda e la posizione aperta. Per documentarsi basta seguire pochi semplici passi:

  • Esaminate la job description: andate a vedere cosa richiede nello specifico l’annuncio di lavoro, così avrete già una prima idea del ruolo e delle domande che vi possono porre. Attenzione: spesso, quando si è alla ricerca di un lavoro, capita di inviare Curriculum a più aziende, il consiglio è quello di annotare quelle per le quali ci si è candidati e conservare un link di riferimento all’annuncio di lavoro;
  • Studiate l’azienda: cercate informazioni su internet, esaminatene il sito, in modo da sapere di cosa si occupa, i valori, l’organigramma se presente. In questo modo aumenterà anche la vostra sicurezza, dato che avete già un’idea di chi vi trovate di fronte;
  • Preparate un discorso: esercitarvi nel cosiddetto public speaking migliorerà la fluidità del vostro modo di parlare e calmerà le vostre ansie. Bastano davvero 10-15 minuti per organizzare in maniera semplice e concisa la miriade di informazioni che sicuramente vorrete trasmettere a chi vi sta esaminando.

L’abbigliamento

Per fare una buona impressione durante il colloquio di lavoro occorre preparare anche il nostro aspetto, considerando soprattutto l’abbigliamento.

Avere capelli e mani in ordine (e barba per i giovanotti)  è così scontato che non vale neanche la pena soffermarsi, mentre si può dire qualcosa in più sull’abbigliamento senza cadere nella vanità:

  • Mai snaturarsi: se preferite il look sportivo non sarete mai a vostro agio in un outfit formale. Ciò non vuol dire che potete presentarvi in tuta (a meno che non vi stiate candidando per lavorare come personal trainer), ma che potete adeguare lo stile formale al vostro modo di essere, mettendo la giacca ma non la cravatta ad esempio, oppure optando per un tacco più basso e quadrato invece che per quello a spillo;
  • Sempre in tono con l’azienda: è vero che non potete sapere in anticipo qual è il dress code che si segue in azienda, ma se avete studiato la compagnia potete immaginare su per giù l’abbigliamento dei collaboratori. Optate sempre per un vestiario formale ma mai elegantissimo (se non vi siete candidati per una casa di moda);
  • Attenzione a i colori: anche l’occhio vuole la sua parte e questo lo abbiamo capito, ma quello che vi può essere utile è sapere che dietro la scelta dei colori da usare per un colloquio di lavoro può esserci una psicologia alla base che ci rende più affascinanti allo sguardo. Sapere che una determinata tonalità trasmette calore, fiducia e competenza può essere un’arma a vostro vantaggio. Cercate tutta la spiegazione dei colori, è molto interessante. Qui puntualizziamo che una scelta troppo sgargiante non è mai oculata, mentre il bianco trasmette onestà e il blu fiducia.

Il comportamento

Passiamo adesso alla fase comportamentale, quella più importante ai fini del successo del colloquio di lavoro. Ci sono alcuni aspetti da considerare che influenzano positivamente l’esaminatore:

  • Puntualità: presentarsi in orario all’appuntamento è un fattore che tutti i datori di lavoro notano, quindi puntate la sveglia un po’ prima se sapete che questo non è il vostro forte e non inizierete con il piede sbagliato. Se sapete che avete difficoltà a raggiungere la sede, evitate di fissare il colloquio di mattina presto, preferendo invece il pomeriggio. Lo stesso discorso vale se avete degli impegni precedenti o se possono capitare degli imprevisti come il traffico;
  • Capacità di analisi e sintesi: la capacità di analizzare un determinato evento/fattore, così come il saper sintetizzare il proprio pensiero ed esporlo in maniera adeguata anche con poche parole, sono competenze che richiedono un lavoro sul medio/lungo periodo, ma esercitarsi con i discorsi, come già accennato, e iniziare a prestare attenzione sia alla globalità che ai dettagli possono aiutare ad acquisire queste skills;
  • Motivazione al lavoro: vi chiederanno sicuramente cosa vi ha spinto a candidarvi per quella determinata offerta di lavoro. La cosa migliore è rispondere il più onestamente possibile, per risultare credibili e trasmettere la voglia che avete di ottenere quell’impiego.
  • Curiosità: essere interessati alla posizione per la quale ci si propone, porre domande non troppo specifiche ma particolari, è indice di pro-attività e di interesse e dunque può aiutarvi a far colpo sul vostro interlocutore;
  • Positività: avere un atteggiamento ottimista nei confronti della vita porta le persone a pensare che sappiate affrontare i problemi. Cercate di avere un volto disteso e di sorridere. Un atteggiamento positivo può impressionare tanto quanto un Curriculum pieno di competenze.

Il punto di vista dell’esaminatore

Per realizzare un quadro quanto più completo possibile sul colloquio di lavoro, abbiamo pensato di darvi anche il punto di vista dell’esaminatore, affidandoci ai consigli di chi fa il recruiter per professione.

Cosa chiedono e cosa notano

Se è vero che per ogni posizione lavorativa ci sono una serie di domande specifiche, possiamo individuare alcuni quesiti comuni a tutti i colloqui di lavoro. Domande generiche che vanno a dare informazioni agli esaminatori non solo circa il vostro passato, ma che possono testare anche l’attitudine al problem solving, le capacità di leadership o di lavorare in team. Andiamo a vedere su casa si focalizzano in genere:

  • Percorso di studi: anche se sono dati che avete già inserito nel Curriculum, è probabile che vi chiedano di riassumere la vostra carriera accademica. Cercate di essere sintetici ma esaustivi, indicando il titolo conseguito e il voto di laurea, se alto, sottolineando eventuali competenze acquisite e che possono risultare utili per ricoprire il ruolo per il quale vi siete proposti;
  • Esperienze lavorative pregresse: informazione già presente sul CV, vi verrà sicuramente chiesto di parlare dei vostri lavori precedenti e su questo punto potete soffermarvi. Parlate del ruolo che avete ricoperto, delle responsabilità che vi spettavano, dei risultati raggiunti. Potrebbero voler sapere perché avete interrotto i vostri rapporti con il precedente datore di lavoro. La strada da percorrere è sempre quella dell’onestà, ma se la vostra collaborazione si è interrotta a causa di contrasti, cercate di attenuarli, non mettendo in cattiva luce i vostri ex colleghi o capi. Usate un po’ di diplomazia insomma;
  • Motivazione al lavoro: abbiamo già discusso questo punto nel paragrafo precedente. Ricordiamo solo che è una domanda che pongono tutti i recruiter, quindi preparatela bene.

Altre domande importanti  sono quelle di tipo ‘’culturale’’,  usate per sapere se proteste condividere (o meno) i valori dell’azienda e, di conseguenza, valutare le vostre possibilità integrazione nell’ambiente di lavoro.

Gli errori da evitare

Come in ogni esperienza umana, anche durante il breve tempo del colloquio di lavoro potreste commettere degli errori. Ce ne sono alcuni che vengono notati più di altri, come testimoniano non solo i recruiter del nostro staff, ma anche ricerche condotte sul campo, di cui ha parlato il Sole24ore:

  • Avere un atteggiamento presuntuoso: pensate di essere perfetti per quella posizione lavorativa? Ottimo, avrete quindi la giusta carica per affrontare il colloquio, ma cercate di non sembrare troppo supponenti o saccenti. Gli esaminatori lo notano e ritengono la presunzione un fattore che non agevoli l’ambientazione nel luogo di lavoro;
  • Non evitate le domande: mai sviare su un quesito. Cercate sempre di essere diretti nelle risposte e se non le conoscete meglio essere onesti e dire che non si conosce qualcosa piuttosto che sbagliare o divagare; vero saggio è colui che sa di non sapere!
  • Muoversi poco e non a scatti: toccarsi ripetutamente i capelli, strofinare le mani, spostare il peso sulla sedia sono atteggiamenti posturali e comportamentali che indicano nervosismo. Cercate di sembrare rilassati, anche se in realtà vorreste essere accovacciati in un angolo a mangiarvi le unghie.

Ma il consiglio più grande di tutti è quello di non mollare mai e di affrontare ogni colloquio di lavoro come se vi steste candidando per il vostro ruolo preferito. Comportatevi come se foste entusiasti di questa possibilità lavorativa. Qualcosa di buono potrebbe sempre spuntare all’orizzonte!